
È un’alba grigia, solo una sottile linea rosa posata sull’orizzonte per un giorno che sembra non aver voglia di spuntare.
Nuvole nere si ammassano lontano verso est, brontola il mare dai suoi vortici di schiuma mentre i gabbiani fuggono verso la costa.
Un giorno come tanti, uno di quelli di cui si farebbe a meno, come una malattia esantematica, inevitabile, ma che al contrario di essa non lascia immunità.
Quel senso di disagio, di inutilità che ci pervade tutto il giorno, quella stanchezza mentale che assale anche il corpo e quei ricordi, apparentemente dimenticati, sommersi sotto una catasta di altri, forse meno importanti, meno utili, che riaffiorano all’improvviso e non se ne capisce il senso.
Piccoli ritagli di noi, schegge di memoria che ci tormentano o ci immalinconiscono, trama del nostro vissuto, ragnatela di sentimenti contrastanti, sono la nostra struttura portante che in questi giorni sembra vacillare.
La domanda si ripete ciclicamente: chi sono io, per chi e per cosa sono utile?
Ma in questi giorni grigi la risposta sarebbe brutale.
Meglio attendere un’alba dorata.
Giuliana Campisi
Splendida e intensa poesia! 😍❤️ La adoro! 😘
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Grazie ☺
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Sei proprio brava a dipingere stati d’animo non edulcorati
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La semplice realtà
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Già, meglio attendere…
Bellissima!
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Ed io ho pazienza 😊
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Cara Giuly mi sembra che stia girando tutto un pò storto o sbaglio.
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Giorni grigi che si alternano, piccoli dolori, giochi mentali. Avrei bisogno di allontanarmi, ma non posso
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